domenica 5 aprile 2020

#STEP 06 -INNOVAZIONE NELLA LETTERATURA NARRATIVA




"Il passato è un uovo rotto, il futuro è un uovo da covare". (Paul Eluard, poeta francese).

Nel suo furore contro la tradizione, il Futurismo e la lotta dei  suoi seguaci, sono  contro il passatismo.

L'innovazione culturale è strettamente collegata all'innovazione tecnologica, che dilaga in ogni campo e si avvale a sua volta di strumenti tecnici, accuratamente determinati.

Ad esempio in letteratura il verso libero, la distruzione della sintassi, le parole in libertà e l'immaginazione senza fili; in pittura l'uso di linee di forza, il complementarismo, la compenetrazione dei piani. Sono strumenti studiati per sconcertare e creare effetti sconosciuti all'arte del passato. Gli autori facenti parte di questa corrente manifestavano un acceso entusiasmo nei confronti del progresso, vedevano la guerra come igiene del mondo, esaltavano il cosiddetto “mito della macchina” e della velocità, incitavano la violenza, lottavano contro la borghesia, amavano provocare e sorprendere e celebravano il vitalismo, ossia una corrente di pensiero che identifica la vita come forza energetica.

Il Manifesto del Futurismo pubblicato su "Le Figaro", il 20 febbraio 2019
Il "Codice di Perelà",opera di Palazzeschi, pseudonimo di Aldo
Giurlani, è all’origine della narrativa italiana del Ventesimo secolo, per l’introduzione di uno stile leggero, fantasioso e comico, che spezza ogni continuità con il classicismo letterario, originando un anti-romanzo innovativo nel quale le azioni sono estremamente limitate se non nulle. La sua adesione al Futurismo avviene per istinto, perché riconosce nel movimento di Filippo Tommaso Marinetti una tutela per il suo stile letterario non convenzionale, caratterizzato da versi liberi. Non è un caso che gli autori che normalmente si adoperavano nella scrittura in libertà fossero tacciati di pazzia dagli editori e dai critici dell’epoca. Palazzeschi identifica nel Futurismo il mezzo con il quale poter dare vigore a uno stile poetico che reputa stantio, introducendo un’ironia caratterizzata da un linguaggio popolare, a tratti stralunato, una burla continua volta ad alleggerire la drammaticità ed il misticismo degli eventi narrati. Lo scrittore, a seguito di due anni di stesura, consegna infatti il suo anti-romanzo a Marinetti che si adopera per farlo pubblicare e, con il suo appoggio, ne determina il successo.

È così che nel 1911 esce Il Codice di Perelà, in cui Palazzeschi offre la visione di una società sbilenca, spigolosa, ricca di pregi e altrettanti difetti, sotto forma di favola volta a schernire la collettività. Non vi è un narratore, ma un coacervo di voci che – nei dialoghi strutturati – danno luogo a una descrizione indiretta dei fatti. Nella parabola di Perelà, Palazzeschi ha calcato il segno sulla condizione transitoria del consenso, dimostrando come dal nulla si possano ottenere i favori della massa, e sempre dal nulla questi privilegi possano decadere, un assioma sempre valido. Le chiavi di lettura elaborate fino a oggi sono state molteplici e si può dire che l’opera viva proprio di queste diverse interpretazioni alle quali si presta sempre.

Nel sottotitolo di accompagnamento, Il Codice di Perelà, viene
Copertina dell'opera di Palazzeschi
definito una
favola futurista sebbene, di fatto, non accontenti alcun parametro previsto da Marinetti per sottostare all’avanguardia. L'innovazione  di quest’opera è nel suo essere concisa, perché a differenza del verismo, dedito a digressioni estremamente prolisse, scarnifica il testo da tutto ciò che non è essenziale. Palazzeschi, come un abile sarto, taglia e cuce eliminando il superfluo, il dialogo sostituisce l’azione, con il linguaggio diretto e il ritmo garantisce un grande dinamismo, tanto da rendere il testo un’opera teatrale – Paolo Poli ne ha fatta una lettura magistrale per la trasmissione "Ad alta voce" di Rai Radio 3 – coraggiosa ed eccentrica, capace di spiazzare anche i più ferventi sostenitori del movimento futurista.(cliccare qui per accedere al post dedicato).


La leggerezza è il concetto attorno al quale ruota tutta l’opera di Palazzeschi, non solo per la capacità di trattare temi complessi e innovativi con ironia, ma perché il protagonista dell’intera vicenda è letteralmente un uomo di fumo, leggero nello spirito e nel pensiero, formatosi nella canna fumaria della casa di tre vecchiette di nome Pena, Rete e Lama che, alimentando il fuoco del camino, hanno contribuito alla sua creazione. Per più di trent’anni l’uomo di fumo ha vissuto nell’”utero nero”, senza vedere nulla ma ascoltando i discorsi delle tre vecchine e le loro letture. “Imparai d’amore e d’odio, di vita e di morte, di pace e di guerra, di lavoro, di gioia e di dolore, di saggezza e di follia, salii con esse le più vertiginose altezze del pensiero e dello spirito”.


La potenza innovativa del Codice di Perelà non risiede unicamente nello stile, ma anche nella trama vibrante che si regge su relazioni ossimoriche. Ad esempio, la scelta di un protagonista etereo ha un valore duplice: il fumo è la sublimazione del fuoco purificatore che libera dai peccati e dai bisogni, alleggerendo la condizione umana; d’altro canto questa purezza è quasi infantile, semplice da apprezzare e condannare a seconda delle situazioni, ed è il motivo per il quale Perelà viene prima deificato e in seguito condannato dal popolo.


Perelà è respinto perché diverso dagli altri, è un prodotto raffinato, avulso da ogni edulcorazione sociale, non è interessato al potere, non mostra alcuna velleità in tutto il romanzo, è genuino e senza cattivi pensieri, ogni sua azione è limitata, e per questo estremamente distante da chiunque lo circondi. Il comportamento sociale descritto da Palazzeschi è incredibilmente moderno e denota come a distanza di un secolo, dall’ascesa dei nazionalismi che hanno alla base questi comportamenti estremi, poco sia cambiato. Dall’arrivismo alla mitomania, le debolezze umane danno forma alle paure che Palazzeschi ha abilmente messo in mostra in questa favola: ecco perché una lettura attenta del Codice di Perelà, potrebbe rivelarsi un'ottima guida per evitare di incappare in errori di giudizio in questi tempi così confusi.



Fonti: libro "Al cuore della letteratura"  a cura Carnero e Iannaccone;
libro "Letteratura italiana" a cura di Andrea Battistini;

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