sabato 30 maggio 2020

#STEP 22- INNOVAZIONE IN UNA SERIE TV

E' ambientato nel 2033, in un futuro in cui gli esseri umani sono in grado di "caricare" la propria coscienza, al momento della morte del proprio corpo, in un aldilà digitale, un ambiente più o meno ideale a seconda del prezzo pagato per ottenerlo. Quando Emilio va incontro a morte prematura per un incidente stradale dalle dinamiche oscure provocato apparentemente dalla sua auto a guida autonoma, viene accolto nella sua versione del paradiso, nota come "Lake View", da Aura, un'assistente umana incaricata di affiancare le fase iniziali di adeguamento e apprendimento al nuovo piano di esistenza. La serie segue i due mentre Emilio si abitua alla vita lontano dai suoi cari e Aura fatica a rimanere a galla economicamente e a lavorare insieme a Emilio nel mondo virtuale, come suo angelo ovvero aiutante, mentre il mistero sulla morte di quest'ultimo si dipana.

PRIMO EPISODIO

Il programmatore Emilio, subisce un incidente automobilistico, nonostante la collaudata tecnologia di guida autonoma del veicolo. Si risveglia in ospedale dove, a detta della sua fidanzata Lidia, le sue condizioni stanno peggiorando velocemente. Piuttosto che morire e scomparire per sempre, Lidia gli consiglia di farsi "caricare" preventivamente a Lakeview, Intanto incontra Aura, l'impiegata che gestisce il suo profilo. Aura scopre dei file di memoria di Emilio danneggiati e li porta a casa per studiarli meglio.

Nel frattempo Emilio conosce Luca, un veterano di guerra, Roco, un bambino precipitato nel Grand Canyon e Davide, un magnate della finanza. Quest'ultimo intuisce che Emidio in realtà sia stato ucciso: infatti lui e il suo amico Giacomo stavano progettando un software concorrente al paradiso di "Lakeview". 
Nathan e Lidia si preparano per il funerale. La polizia è sempre più convinta dell'assassinio di Emilio e crede sia implicata anche Lidia, mentre Aura è sempre più coinvolta emotivamente nella storia di Emilio e decide di assistere al funerale. 

SECONDO EPISODIO
Aura mostra a Emidio i piani bassi di Lakeview, un sotterraneo chiamato Due Giga, dedicato a chi non ha i mezzi economici per pagarsi l'abbonamento. Queste persone hanno quindi a disposizione solo 2Gb di dati al mese: chi li consuma viene congelato fino al mese successivo. Questa visita turistica è dovuta al fatto che Aura tenta di far ricordare a Emilio il programma che stava sviluppando con Giacomo, che riguardava proprio un sistema di caricamento nel paradiso per i meno abbienti. 

Nel frattempo Rocco è stanco di essere un bambino: i suoi amici sono cresciuti, suo fratello più piccolo ora ha la ragazza. Decide di andare al mercato nero, accompagnato da Emilio e Luca, dove aggiornare il proprio codice per diventare un adolescente.
Aura rivela al padre di essere interessata a Emilio, al quale si avvicina sempre di più.

Il giorno dopo qualcuno tenta di sabotare i server della del paradiso virtuale con una piccola bomba, ma nonostante qualche intoppo, il sistema regge bene. Nora scopre l'ID di un suo collega che ha accesso ai dati di Emilio e che, probabilmente, è il responsabile dei file di memoria danneggiati.

TERZO EPISODIO
Lucia, il capo di Aura, scopre la relazione amorosa con Emilio e la sospende a tempo indeterminato. Prende poi l'avatar di Aura per dissuadere Emilio dal proseguire in questa direzione. Questi decide allora di provare altri paradisi, anche per svincolarsi dal controllo di Lidia nonché per trovarne uno più economico e adatto alle sue finanze, quindi si fa aiutare da sua madre.
Aura, venuta a sapere che Emilio si è sloggato da Lakeview, raggiunge Lidia pensando sia opera sua. Anche Lidia è all'oscuro di tutto.
Emilio tenta di rompere con Lidia, ma scopre che lei in qualche modo ha a che fare con la sua morte. Vorrebbe lasciarla, ma Lidia gli spiega che solo in questo modo lei potrà prendersi cura di lui e difenderlo. Lakeview deve avviare un importante aggiornamento del programma, chiamato Scirocco 8.9. e viene deciso di eseguirlo dopo un grande festa, celebrata sia negli uffici che a Lakeview. Al termine della festa tutti gli ospiti vengono forzatamente addormentati, per poter eseguire l'aggiornamento in tutta sicurezza. Aura crede che se Emilio rimanesse sveglio, potrebbe recuperare i file di memoria danneggiati.

Emilio si risveglia dall'aggiornamento e rivive i ricordi danneggiati, venendo a scoprire di esser stato lui a tradire Giacomo, vendendo il programma al quale stavano lavorando, al padre di Lidia. Sentendosi ora tradito da se stesso, decide definitivamente di abbandonare Lidia e scendere dagli abbonati Due Giga. Mentre parla con Aura, Emilio consuma in un attimo tutti i 2 Giga mensili e viene freezato. Poco dopo giunge nel mondo virtuale anche Lidia, che gli dona 1 Gb per risvegliarlo momentaneamente e gli confida di essersi fatta "caricare" per stargli più vicino.


#STEP 21- INNOVAZIONE SECONDO L'ETICA

«Il digitale ha stimolato un livello di interesse inedito per l’etica ma in un’ottica diversa rispetto al passato. Non è tanto l’interesse ad avere un faro che indichi semplicemente quando non fare una cosa o un’altra, quanto la ricerca di un’etica propositiva e abilitante. Che aiuti cioè a capire cosa si può fare e se è bene farlo. Lo sviluppo tecnologico ha aperto un mare di possibilità davanti a noi, non si tratta più di andare avanti o indietro bensì di capire dove andare. Ed è un cambio radicale perché se c’è maggiore apertura c’è più scelta e quindi più bisogno di etica»

A tratteggiare così il legame sempre più stretto che unisce l’etica e
l’innovazione è Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia
Luciano Floridi
e di Etica dell’Informazione nonché direttore del
Digital Ethics Lab all’Università di Oxford


«Non c’è etica senza innovazione, né innovazione senza etica», ha sintetizzato commentando il Thinker Award nella categoria “Ethics” ricevuto da Ibm per il contributo alla ricerca su questi temi. Ed è sciogliendo i nodi di questo messaggio che le proporzioni della questione si fanno ancor più chiare.

Indubbiamente dare forma e sostanza a un tema così complesso non è semplice. Chiedersi se abbia davvero senso attribuire all'innovazione un carattere di bontà o negatività, come facciamo con l’essere umano, può essere un buon inizio.


 «La tecnologia è sì uno strumento, ma siamo noi a darle un valore. Posso servirmi di un coltello per tagliare il pane o uccidere una persona, ma il coltello per spalmare il burro è diverso dal coltello da combattimento. Ciò significa che la neutralità e la dualità possono essere orientate positivamente fin dal principio — sottolinea Floridi — In questo senso la tecnologia digitale appare molto più orientata a migliorarci la vita che a rovinarcela, nel senso che sostiene ciò che abbiamo già e consente di fare ciò che finora non era possibile».


La distinzione della buona innovazione resta comunque un’opera tutt’altro che semplice. Non esiste uno standard di definizione o qualcosa di simile, ma qualcosa si può fare: «Se vogliamo distinguere un’azienda buona da una cattiva in termini di impatto ambientale misuriamo la sostenibilità. Nel mondo digitale non c’è

ancora un parametro equivalente — rileva Floridi — Tuttavia, possiamo farci le domande giuste per separare good tech e bad tech, chiedendoci se una tecnologia sia innanzitutto socialmente accettabile e poi se sia socialmente preferibile»

L’esperto ci tiene però a uscire fuori dalla mera logica di buoni e cattivi: «C’è anche una questione di raffinazione delle sensibilità. Alcuni comportamenti che fino a qualche decennio fa erano socialmente accettati o comunque tollerati, come buttare un mozzicone di sigaretta in spiaggia, oggi urterebbero quasi tutti. Non è che eravamo cattivi e siamo diventati buoni, siamo semplicemente più sensibili a certi comportamenti.

L’etica può essere un antidoto al digital gap del pianeta. E deve esserlo perché le fratture in termini di innovazioni non sono senza conseguenze. Anche solo ragionando in termini di convenienza la polarizzazione del mondo non conviene a nessuno. Se poi indossiamo gli occhiali dell’etica il quadro si fa ancor più ingiusto: essere nato in un luogo sfortunato non può tagliarmi fuori dal progresso».

Fonti: https://www.repubblica.it/dossier/tecnologia/onlife/2019/09/11/news/luciano_floridi-235773549/
https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2020/03/Luciano-Floridi-Interpretare-il-reale--9d433d24-98b7-4643-af50-e561893f37f4.html
https://www.youtube.com/watch?v=vVp0SHqDEwY

martedì 26 maggio 2020

#STEP 20- INNOVAZIONE NELLO ZIBALDONE DI LEOPARDI

Nello "Zibaldone" il progresso e l'innovazione,con lo sviluppo tecnologico e della civiltà, hanno distaccato l’uomo dalla natura, in quanto, questo ha cercato di uscire dall’ignoranza per conoscere sempre di più ed è così che si viene a conoscenza anche della propria misera condizione di infelicità.  
Giacomo Leopardi


Leopardi infatti considera la storia umana non come progresso, ma come una decadenza causata dalla ragione. Quindi a maggior conoscenza corrisponde maggiore infelicità poiché la ragione ha ucciso le illusioni che nell’antichità davano un senso e valore alla vita, ora invece non vi è alcuna possibilità di sfuggire al dolore e alla noia. 


Leopardi afferma infatti che bisogna recuperare lo stato primitivo per poter tornare a contatto con la natura e far tornare le illusioni a proteggere l’uomo dalla verità.


 Giunge alla conclusione che l’infelicità è universale ed accomuna l’uomo, senza limiti di spazio e tempo.  Questo lo porta anche a considerare che l’universo non sia un luogo ospitale per l’uomo, che aspira alla serenità e al governo della ragione, poiché qui predomina il dolore e l’irrazionalità .


Fonti: Libro di testo "il cuore della letteratura" a cura di Carnero e Iannaccone
http://www.leopardi.it/zibaldone8.php

#STEP19- INNOVAZIONE NELL'UTOPIA

La connessione tra architettura innovativa e utopia, nella cultura occidentale, è caratterizzata da fondamenta molto radicate.
Vincent Callabaut
Oggi l'opera visionaria di Vincent Callebaut unisce ricerca formale alla riflessione sui temi dell'ecologia. 
 I concetti espressi, le analisi e le interazioni tra gli elementi, naturali e artificiali, all’interno dei suoi progetti, lo rendono l’architetto eco-utopico più innovativo dei nostri tempi
Hydrogenase, ad esempio, è un progetto dello studio parigino di Callebaut, per la zona meridionale del mare della Cina. Questi complessi che si attestano tra ingegneria e biologia, saranno
Hydrogenase
energeticamente autosufficienti e a zero emissioni di carbonio. Attraverso l’utilizzo dell’Idrogeno, ottenuto dalla fotosintesi di alcune alghe, questi edifici saranno in grado di sollevarsi e spostarsi dalla loro piattaforma Si stima che queste 
fattorie di micro-alghe saranno in grado di produrre oltre 1000 litri di Idrogeno ogni 330 grammi di clorofilla  
 L’edificio si ispira alle tecnologie della biomimetica e vanta un leggerissimo e resistentissimo materiale composito (fibra di vetro e carbonio) che ha lo scopo di ridurre al massimo il peso della sua struttura. La pelle del complesso, sarà composta da strati
Interno dell'utopico edificio
intelligenti, ispirati alla pelle dello squalo che oltre ad essere autopulenti, soddisfano i requisiti di sostenibilità.
Sotto la piattaforma, trovano alloggiamento 32 idro-turbine che trasformano l’energia delle maree e delle correnti marine in energia elettrica.
Questo progetto segna inoltre l’inizio di una nuova era per i dirigibili ibridi, può essere costruito e quindi utilizzato per missioni umanitarie, operazioni di soccorso, trasporto aereo, eco turismo, hotel e sorveglianza delle acque territoriali.

#STEP 18- INNOVAZIONE NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA

"Per quanto mi riguarda io non temo gli abusi dovuti a malvagi interessi di potere: temo invece coloro che amano l'umanità, e che sognano un grandioso miglioramento della specie". 
Con queste parole il pensatore tedesco Hans Jonas mette a fuoco,
Hans Jonas
con grande lucidità, i pericoli maggiori che sta correndo l'essere umano in questi tempi di veloce
progresso tecno-scientifico. Il suo libro, tradotto in Italia, "Frontiere della vita, frontiere della tecnica" aiuta a comprendere i problemi che viviamo non solo in una prospettiva filosofica, ma anche con uno sguardo storico che ci permette di cogliere la profondità del cambiamento che la cultura umana ha vissuto nel rapporto con la scienza e la tecnica.
Una vera e propria rivoluzione, cominciata con Copernico, continuata con Galileo e completata con Newton, i quali, spiegando il funzionamento della natura, hanno eliminato ogni idea che a esso sovrintenda un volere morale: "Nella natura non esistono bene o male"
Da questo deriva l'atteggiamento umano attuale: "Se la natura non ha valori, allora permette tutto"; e ancora: l'uomo è "unico soggetto e unica volontà". Ecco perché oggi il problema non sta nell'affrontare il valore etico di una o dell'altra innovazione, di una o dell'altra possibilità di intervento tecno-scientifico
Nessuna etica dei periodi storici che ci hanno preceduto, infatti, doveva tenere conto della condizione globale della vita umana e del lontano futuro, addirittura della sopravvivenza della specie. È una condizione che va quindi affrontata in questi termini più vasti, elaborando una nuova concezione dei diritti e dei doveri.
Jonas propone un'etica della responsabilità caratterizzata in senso deontologico e dotata di
Paolo Becchi
validità universale, come spiega bene
Paolo Becchi nella sua biografia intellettuale del filosofo. 
Un'etica nemica di quelle etiche che valutano sulla base degll'utilità che gli interventi tecno-scientifici possono realizzare, ma favorevole invece a valutare le nuove pratiche in base alla loro compatibilità con la continuazione di una vita umanamente accettabile su questa terra, fondata su principi universalmente vincolanti. 

Il pensiero di Jonas, quindi, profondo e acuto per quanto riguarda la rivoluzione che stiamo vivendo, è di grande aiuto al pensiero bioetico cattolico per trovare fondamenti comuni a un pensiero laico libero. Libero dai condizionamenti che nascono e si diffondono in un clima di utopia tecno-scientifica che illude gli esseri umani di potersi liberare dalla sofferenza, e persino, magari, dalla morte.
Fonti: libro "Frontiere della vita, frontiere della tecnica" di Hans Jonas
          libro "Hans Jonas. Un profilo" di Paolo Becchi

domenica 17 maggio 2020

#STEP 17- UN ABBECEDARIO PER "INNOVAZIONE"

A- App
B- Big Data
C- Cambiamento
D- Drone
E- Energia
F- Fabbrica
G- Gestione
H- Hacker
I- Introduzione
L- Logistica
M- Marketing
N- Nanotecnologie
O- Organizzazione
P- Progetti
Q- Quote 
R- Rivoluzione
S- Spin-Off
T- Tradizione
U- Urbs
V- Verde
Z- Zootecnia

venerdì 15 maggio 2020

#STEP 16- PROTAGONISTA DELL'INNOVAZIONE




Federico Morello è responsabile regionale dell’Associazione Anti Digital Divide, presidente e fondatore della neonata Associazione PaneDigitale. Nell'Aprile 2010 realizza un progetto per l’arrivo della Banda Larga nel suo Comune di Residenza (Sequals - PN) mediante
Federico Morello
l’impiego di tecnologie wireless
,
riuscendo nell’obiettivo in partnership con la Pubblica Amministrazione e il provider NGI. Pochi mesi più tardi fonda il movimento FriuliADD per l’abbattimento del Digital Divide e la promozione della Cultura Digitale. Esporta il progetto utilizzato a Sequals creando un modello territoriale applicabile su scala regionale che coinvolge gruppi di cittadini sensibili a tali problematiche nonché Imprese del territorio.
Ottiene l’attenzione dei media locali e di importanti riviste nazionali come Panorama Economy Wired Italia che lo cita come testimonial dell’Innovazione Italiana insieme a Rita Levi-Montalcini all’inaugurazione della mostra “Stazione Futuro” per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

"Sono un appassionato di Internet e nuove tecnologie da sempre: fin da piccolo ho sfruttato la rete e le opportunità che offre per i motivi più disparati (dall'informazione alla vendita online). Abitare in un luogo non raggiunto dalla banda larga e dover aspettare tempi interminabili per svolgere qualsiasi azione online quindi mi lasciava con l'amaro in bocca, alimentando in me la voglia di cambiare la situazione quasi fosse un'ingiustizia personale. Dopo aver contattato l’amministrazione comunale e regionale per avere delucidazioni sui tempi di copertura del territorio, ho iniziato autonomamente a contattare tutti i provider TLC illustrando le opportunità offerte dal territorio e i disagi a cui dovevano far fronte cittadini e zone industriali. Una volta ricevute le risposte dalle aziende ho ricontattato il Comune proponendo alcune idee di copertura alternative alle ADSL su rame tradizionali. Dopo un bel po' di lettere e un cambio di amministrazione sono riuscito a conquistare la fiducia di Sindaco e Giunta e in pochi mesi, collaborando con tutte le personalità coinvolte (offrendo consulenza tecnica e territoriale), siamo riusciti a coprire il comune e i territori limitrofi con una copertura Hiperlan Wireless. Inoltre, dopo aver accettato il ruolo di responsabile dell'Associazione Anti Divide insieme ad altri ragazzi friulani, ho deciso di esportare l'esperienza maturata a Lestans di Sequals in tutta la regione creando FriuliADD.

Il mio gruppo è costituito da ragazzi che come me vogliono cambiare lo stato attuale dell'informatizzazione regionale e/o sono nella stessa situazione in cui mi trovavo. Inoltre, visto il successo ottenuto e i contatti raccolti in un anno di attività abbiamo deciso di strutturarci come associazione autonoma operante su tutto il Nordest continuando a portare avanti i nostri progetti di copertura e alfabetizzazione informatica.
Per il mio futuro ho le idee un po' confuse sul futuro ma di certo il percorso che sto affrontando mi ha dato molte possibilità di apprendimento e crescita indirizzandomi verso un settore specifico. Più che di informatica a livello tecnico però mi occupo di impatto sociale dell'informatica, di innovazione, voglia e possibilità di cambiare lo status attuale usando la rete. Pur non avendo le idee chiare quindi non escludo di poter fondare una startup o continuare su questa strada qualora avessi qualche idea veramente innovativa"

#STEP15- INNOVAZIONE NEI LIMITI DELLO SVILUPPO

Secondo il Premio Nobel, Joseph Stiglitz, l’impatto economico dell’innovazione digitale sarebbe minimo, se non irrilevante nell’economia mondiale. 
Quello di Joseph Stiglitz non è proprio un nome sconosciuto. 
Joseph Stiglitz
Premio Nobel per l’economia, saggista prolifico i cui libri hanno grande seguito anche da noi in Italia, è un critico degli attuali processi di globalizzazione pur provenendo da quello che può essere definito l’establishment dell’economia e della finanza. 
In un articolo pubblicato su “Project Syndicate” dal titolo The Innovation Enigma, Stiglitz pone alcune domande molto interessanti sui limiti dell’innovazione prodotta dalla Silicon Valley – e in generale del mondo della digital innovation – partendo da un problema: “E’ difficile rilevare i vantaggi di quest’innovazione nelle statistiche del PIL”. Dopotutto, la crescita economica in Occidente è crollata proprio negli anni d’oro dell’innovazione digitale che stiamo vivendo e i benefici economici prodotti restano irrilevabili dal punto di vista del prodotto interno lordo. “Forse il PIL non riesce a catturare davvero i miglioramenti del tenore di vita che l’innovazione dell’era informatica sta generando”, ammette Stiglitz. “O forse questa innovazione è meno significativa di quanto credano i suoi appassionati”.

L’esempio storico portato da Stiglitz è quella della bolla del dot-com, scoppiata agli inizi degli anni 2000 dopo una crescita esponenziale del valore finanziario delle aziende del Web negli anni Novanta. L’esplosione di quella bolla, anticamera della più vasta e attuale crisi economica iniziata nel 2008, “è stata caratterizzata dall’innovazione: siti web attraverso i quali si poteva ordinare cibo per cani e bevande analcoliche online… Ma non è una cosa facile valutare come il risparmio di tempo derivante dallo shopping online, o il risparmio economico che potrebbe derivare da una maggiore concorrenza (grazie a una maggiore facilità di confronto dei prezzi online) influenzi i nostri standard di vita”. La rivoluzione informatica degli anni Novanta ha avuto almeno il vantaggio di diffondere in tutto il mondo occidentale la fibra ottica e perfezionare i motori di ricerca, riconosce Stiglitz.
“Ricordiamo come qualche anno fa, appena prima del collasso di Lehman Brothers, il settore finanziario si vantava della sua innovatività. Dato che le istituzioni finanziarie attiravano i migliori talenti da tutto il mondo, non ci si poteva aspettare niente di meno. Ma, a un più attento esame, divenne chiaro che la maggior parte di quest’innovazione concerneva l’ideazione dei modi migliori di truffare gli altri, manipolare i mercati
Market Movers
senza essere scoperti (almeno per un po’) e sfruttare il potere di mercato”, scrive Stiglitz. “In questo periodo, quando le risorse affluivano a questo settore ‘innovativo’, la crescita del PIL era nettamente inferiore rispetto a prima. Anche nei tempi migliori, non ha portato a un miglioramento del tenore di vita (eccetto per i banchieri), e alla fine ha portato alla crisi dalla quale solo ora ci stiamo riprendendo. Il contributo sociale netto di tutta questa innovazione è stato negativo”.
Per anni l’innovazione digitale ha riguardato solo modi migliori per fare soldi, spesso in maniera illecita. I mutui subprime e i derivati finanziari sono strumenti estremamente complessi che menti estremamente intelligenti hanno messo a disposizione del mercato finanziario con esiti disastrosi, dimostrando quanti danni possano produrre l’innovazione e l’intelligenza se applicati male.“Un sacco di sforzo intellettuale è stato dedicato all’escogitare modi migliori per massimizzare la pubblicità e il marketing – rivolti alla clientela, soprattutto i ricchi, che potrebbero effettivamente acquistare il prodotto. Ma il nostro
tenore di vita sarebbe potuto aumentare molto di più se tutto questo talento innovativo fosse stato destinato maggiormente alla ricerca fondamentale –
Social più comuni
o anche alla ricerca applicata in grado di condurre a nuovi prodotti. Certo, essere più connessi tra noi, attraverso Facebook o Twitter, ha un valore. Ma come possiamo mettere a confronto queste innovazioni con quelle come il laser, il transistor, la macchina di Turing e la mappatura del genoma umano, ciascuna delle quali ha portato a una marea di prodotti che hanno cambiato il mondo?”.
Macchina di Turing


Stiglitz, in sintesi, sostiene che l’impatto economico dell’innovazione digitale sia minimo, se non irrilevante nell’economia mondiale. 
Un punto di vista destinato a far discutere ma non privo di verità. Investire nell’innovazione digitale e nel web non può essere la via d’uscita dalla crisi, come oggi sostengono tanti guru in Italia e non solo. Il vero motore della crescita e dell’innovazione risiede nella ricerca scientifica e tecnologica, in quella ricerca di base di cui parla Stiglitz. Un transistor è in grado di cambiare il mondo ben più di Facebook. Al modello della Silicon Valley dovremmo affiancare – non opporre, perché anche l’innovazione digitale serve – il modello del CERN, un grande centro di ricerca che nei suoi 60 anni di attività ha accelerato lo sviluppo tecnologico della nostra civiltà, implementando i benefici della ricerca di base nella vita di tutti i giorni, dal World Wide Web alla radioterapia. E dove, anche se pochi lo sanno, gli ingegneri superano di dieci volte il numero dei fisici, perché la ricerca scientifica non riguarda solo la caccia al bosone di Higgs, ma il reale e concreto miglioramento della nostra vita.

venerdì 8 maggio 2020

#STEP 14- INNOVAZIONE IN UN FATTO DI CRONACA

Samantha Cristoforetti ha lasciato l’Aeronautica italiana, un addio
Samantha Cristoforetti
formalizzato con una breve cerimonia nella base di Istrana che recide ogni rapporto istituzionale tra l’astronauta e il nostro Paese. AstroSamantha d’ora in poi resiederà in Germania, si preparerà alla prossima missione spaziale con le mostrine dell’Agenzia Spaziale Europea, non vestirà mai più la divisa azzurra: perdiamo non solo una riconosciuta competenza ma una figura che ha ispirato migliaia di ragazze con la sua carriera apparentemente impossibile, donna, pilota, astronauta, record-woman di permanenza nello spazio (199 giorni in orbita, superata solo dalle americane Christina Koch e Peggy Whitson). Perché sia successo è “ufficialmente” un mistero, ma una credibile ricostruzione di Repubblica parla da quarantott’ore di dimissioni firmate per amarezza e ribellione a decisioni non condivise e scarsamente motivate. La storia in due righe: all’ultimo meeting ministeriale europeo di Siviglia, in novembre, l’Italia si sarebbe presentata con un assegno da 2,3 miliardi di euro chiedendo in cambio all’Esa un’occasione di volo non per Samantha ma per un altro astronauta, Walter Villadei. L’Esa ha scelto comunque la Cristoforetti ma lei ha deciso di reagire al mancato sostegno nei suoi confronti. Non mi vogliono? Me ne vado.
C’è senz’altro un aspetto politico in questa vicenda, legato al sistema di relazioni che in Italia governa un po’ tutto, persino la designazione di un astronauta. Gli insider del settore raccontano che Samantha non ci ha mai lavorato molto, è bravissima e convinta che può farsi strada anche da sola (come il verdetto dell’Esa in fondo conferma). Il suo competitor, Villadei, sembra più attrezzato sotto questo punto di vista. I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno investito moltissimo su di lui, al punto che si favoleggia di un piano del Conte Primo per organizzare una missione congiunta con la Russia completamente finanziata dall’Italia: il protagonista avrebbe dovuto essere proprio Villadei (che si è formato come astronauta a Mosca). Poi saltò tutto per i costi esorbitanti del progetto. Ma Villadei ha ottenuto anche un ruolo non secondario nell’Ufficio Generale per lo Spazio istituito nel 2017 dall’Aeronautica militare, quello che definisce la policy nel settore e presiede alla selezione degli astronauti italiani. Insomma, è un bravissimo pilota – lo sono tutti, a quel livello – ma anche un “investimento protetto” delle catene di comando militari e politiche.
Tuttavia quel che colpisce in questo retroscena – non smentito, nonostante circoli da giorni, e quindi sia senz’altro credibile – è il prezzo altissimo che l’Aeronautica e in generale l’immagine italiana pagano per un pressing che neanche è andato a buon fine, per un’operazione a resa zero. Probabilmente nessuno si aspettava che Samantha Cristoforetti reagisse sbattendo la porta al tentativo di metterla da parte. Forse immaginavano che avrebbe silenziosamente preso atto di una scelta “politica”, semmai ripromettendosi di coltivare meglio le sue relazioni e i suoi rapporti di potere. Invece ha abbandonato il gioco con la nettezza di posizioni che solo una grandissima può permettersi. In un tweet di spiegazione
Tweet di spiegazione della Cristoforetti
Cristoforetti ha avuto modo di esprimere, con eleganza e senza polemiche, il suo disaccordo con alcune scelte delle forze armate.
Anche questo la rende modello di eccellenza, anomalia assoluta e luccicante nel conformismo che affligge il nostro Paese, ispirazione per tante. Grazie all’Esa la rivedremo a breve nello spazio, avrà una nuova divisa, continuerà a parlarci di impegno, capacità, coraggio, a dimostrarci che si può coltivare un progetto di vita anche senza sottomettersi alla logica delle cordate. E chissà che la sua vicenda – scartata dall’Italia, ripescata dall’Europa – non possa costituire un ammonimento molto pratico per il Sistema Italia, che continua a parlare di merito ma non riesce a coltivarlo neppure al top di una professione ultra-specialistica, dove ci sarebbe solo da guadagnare a promuovere la capacità.

#STEP13- INNOVAZIONE NELL'INGEGNERIA

Proprio nel nostro Politecnico, è presente nel Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale il "Percorso Innovazione". Un'esame del secondo anno è "Gestione dell'innovazione e sviluppo prodotto".


La gestione dell'innovazione tecnologica costituisce oggi un corpus riconosciuto di conoscenze scientifiche e di competenze

professionali. Nell'attuale contesto tecnologico ed economico, il trasferimento dei risultati dello sviluppo tecnologico in prodotti e servizi che siano al contempo redditizi per le imprese e utili per la società non è infatti immediato, e richiede competenze specifiche. Tali competenze sono trasversali e comuni rispetto alle diverse articolazioni della tecnologia, oltre che ai diversi settori industriali. In tal senso, esse costituiscono un bagaglio professionale e culturale fondamentale per l'Ingegnere Gestionale. La gestione dell'innovazione copre sia decisioni di tipo strategico che decisioni di tipo tecnico-operativo. Tra le prime si possono citare l'analisi strategica e in chiave dinamica dei settori e dei mercati di riferimento, la gestione di portafogli di progetti aventi diversi gradi di rischio e di rendimento, lo sviluppo delle risorse e delle competenze necessarie (con scelte di make, buy o ally), la definizione e valutazione economica dei progetti di sviluppo e dei relativi 'modelli di business'. Sul lato operativo si possono invece citare la conduzione di ricerche di mercato a supporto della
specifica tecnica di prodotto, l'uso di metodologie a supporto della progettazione tecnica, e la gestione operativa dei progetti di sviluppo.

Al termine del corso, gli studenti maturano la capacità concreta di analizzare e gestire le informazioni necessarie a prendere decisioni in contesti di innovazione tecnologica, sotto il profilo sia strategico che operativo. Essi inoltre acquisiscono piena padronanza degli strumenti di supporto e gestione del processo di sviluppo prodotto.


Il programma può essere suddiviso in quattro parti:


I - Innovazione tecnologica (demand-pull, technology push, design driven), imprese e settori. Richiami sulla teoria dell'impresa secondo Nelson e Winter. Determinanti, tassonomie e dinamiche dell'innovazione, dominant design e standard. Innovazione nel modello di business. L'impatto dell'innovazione sui settori industriali. Elementi di technological forecasting. II - Innovazione e strategia. Il rapporto tra l'innovazione e i diversi approcci alla strategia d'impresa (product portfolio management, teoria di Porter del vantaggio competitivo, approcci resource-based e basati sulle dynamic capabilities, shaping strategies). La strategia di innovazione come sviluppo delle competenze e come project portfolio management. III - Organizzazione e gestione dei processi di innovazione. Approcci tradizionali e moderni all'organizzazione della R&S e dei processi di sviluppo prodotto. La gestione dei progetti di sviluppo prodotto (pianificazione, schedulazione e metodi DSM). IV - Il processo di sviluppo prodotto. Approcci qualitativi e quantitativi per le ricerche di mercato. Modelli per la previsione delle vendite e dei fenomeni di diffusione. Pianificazione di prodotto. Metodi di analisi dei requisiti e Human-centered design. Systematic design e metodo TRIZ, Progettazione dell'architetura di prodotto. Sviluppo e scelta dei concept di prodotto. Analisi e ingegneria del valore. Embodiment design.


Fonti: https://www.ingegneriagestionale.it/
https://didattica.polito.it/pls/portal30/sviluppo.guide.visualizza?p_cod_ins=01KSUPG&p_a_acc=2013

#STEP 25- SINTESI FINALE

Ed ecco che arrivata alla conclusione del corso, mi ritrovo a scrivere uno degli ultimi post del mio blog dedicato all’INNOVAZIONE. Ho cerc...