martedì 26 maggio 2020

#STEP 18- INNOVAZIONE NELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA

"Per quanto mi riguarda io non temo gli abusi dovuti a malvagi interessi di potere: temo invece coloro che amano l'umanità, e che sognano un grandioso miglioramento della specie". 
Con queste parole il pensatore tedesco Hans Jonas mette a fuoco,
Hans Jonas
con grande lucidità, i pericoli maggiori che sta correndo l'essere umano in questi tempi di veloce
progresso tecno-scientifico. Il suo libro, tradotto in Italia, "Frontiere della vita, frontiere della tecnica" aiuta a comprendere i problemi che viviamo non solo in una prospettiva filosofica, ma anche con uno sguardo storico che ci permette di cogliere la profondità del cambiamento che la cultura umana ha vissuto nel rapporto con la scienza e la tecnica.
Una vera e propria rivoluzione, cominciata con Copernico, continuata con Galileo e completata con Newton, i quali, spiegando il funzionamento della natura, hanno eliminato ogni idea che a esso sovrintenda un volere morale: "Nella natura non esistono bene o male"
Da questo deriva l'atteggiamento umano attuale: "Se la natura non ha valori, allora permette tutto"; e ancora: l'uomo è "unico soggetto e unica volontà". Ecco perché oggi il problema non sta nell'affrontare il valore etico di una o dell'altra innovazione, di una o dell'altra possibilità di intervento tecno-scientifico
Nessuna etica dei periodi storici che ci hanno preceduto, infatti, doveva tenere conto della condizione globale della vita umana e del lontano futuro, addirittura della sopravvivenza della specie. È una condizione che va quindi affrontata in questi termini più vasti, elaborando una nuova concezione dei diritti e dei doveri.
Jonas propone un'etica della responsabilità caratterizzata in senso deontologico e dotata di
Paolo Becchi
validità universale, come spiega bene
Paolo Becchi nella sua biografia intellettuale del filosofo. 
Un'etica nemica di quelle etiche che valutano sulla base degll'utilità che gli interventi tecno-scientifici possono realizzare, ma favorevole invece a valutare le nuove pratiche in base alla loro compatibilità con la continuazione di una vita umanamente accettabile su questa terra, fondata su principi universalmente vincolanti. 

Il pensiero di Jonas, quindi, profondo e acuto per quanto riguarda la rivoluzione che stiamo vivendo, è di grande aiuto al pensiero bioetico cattolico per trovare fondamenti comuni a un pensiero laico libero. Libero dai condizionamenti che nascono e si diffondono in un clima di utopia tecno-scientifica che illude gli esseri umani di potersi liberare dalla sofferenza, e persino, magari, dalla morte.
Fonti: libro "Frontiere della vita, frontiere della tecnica" di Hans Jonas
          libro "Hans Jonas. Un profilo" di Paolo Becchi

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